martedì 19 luglio 2011

L'arte di fare il bucato

Ok. Dunque. Poniamo il caso , che fino ai 22 anni vi siate fattti fare il bucato dalla mamma. Vedendo come poi trattavate i vestiti appeni stirati lei ogni tanto tentava uno sciopero del bucato che ogni volta però veniva ritirato. Quindi, poniamo che voi partiate per sei mesi all'estero, precisamente non in una paese caldo ma in uno molto freddo dove il maglione di lana è il simbolo anzionale. Che fare? Mamma compra il detersivo e l'ammorbidente, vi spiega come funziona la lavatrice dell'anteguerra del dormitorio della quale lavatrice capisce solo la parola 'voll' e via. Risultato? Beh magari all'inizio avete la fortuna dei principianti. Ma poi arriva il giorno della lana.
La mia decisione(furba pensavo io) è stata: lavo tutto a mano! Detto fatto. Insomma la mammina lo fa sempre che sarà mai?
Il risultato sono state 2 nuove vestaglie di lana e un vestito che una volta era un maglioncino.
Avrò imparato la lezione? Ebbene no.

Poniamo il caso che voi torniate da quest'esperienza e il vostro ragazzo venga preso per un tirocinio all'estero. Giustamente, mica si buttano queste occasioni. Che fare? Non avendo un lavoro, essendo in fase “devo-dare-gli-ultimi-esami-aiuto-sto-sclerando” si fanno le valigie e si parte alla volta dell'ignoto.  E quindi eccomi qui, davanti a un altra lavatrice straniera.
Il mio bell'uomo lavorando in giacca e cravatta deve almeno avere le camicie pulite e stirate.Il porblema si pone quando si vive in un monolocale senza lo spazio per avere ferro da stiro e asse, non avendo principalmente enmmeno spazio per muoversi. La prima fase della guerra con le camice l'abbiamo affrontata via skype: “come faccio a stendere le camice?” “si stendono dal colletto, o mio valoroso uomo, così magari hanno uan parvenza di non stropicciatura.”..chiaramente ha vinto la camicia rimasta stropicciata.
la seconda fase è stata semplice da vincere: genitori in visita ci regalano tessera della lavanderia. In cambio promettiamo di portare le camicie sempre a far stirare. Risultato? Due mesi che non le porto. Un motivo c'è, non avendo motli soldi..che vuoi tagliare? La spesa? Assoltamente no. L'unica spesa superflua: la lavanderia.
Passando alla terza fase abbiamo raggiunto una tregua. Le camice si lavano in lavatrice, e appena finito le stendo sull'appendino: cosi almeno hanno una parvenza di ordine.
Tranne quando facciamo la lavatrice e ce le dimentichiamo dentro. Poniamo questo caso. Che fare quando te ne accorgi la mattina dopo e il tuo uomo ne ha solo una pulita che gli fa schifo? beh innanzitutto si mette quella. Poi tu chiami la mamma alle 8 di mattina in verisone disperata. “c'è la fase solo di risciaquo, fai quella” dice lei, con una voce tranquillissima.
Dopo mezzora che con goggle translator traduco la lavatrice che ha le scritte in tedesco, decido che le rilavo e morta lì.

Ho vinto questa battaglia, ma la lavatrice si è portata via il maglione di lana del valoroso uomo. Lo uso io giusto per non sprecarlo. Se non lo avevate capito, non sono propiro una casalinga modello. Ma tant'è, l'arte di sapersi arrangiare è sempre arte.
Ora una soluzione l'avrei anche trovata al mio problema:
Posso appenderci sopra più di 10 camice alla volta e di sicuro una parvenza di ordine alla fin fine l'avranno. Comprato questo l'unico problema che rimane da risolvere e dove metterlo, visto che nel monolocale difficilmente ci sta. Aspetterò la casa più grande dove mettere questo e ovviamente anche il ferro da stiro con l'asse. Che rimarrà a prendersi la polvere il più delle volte.


Per maggiori informazioni sull'appendino e la designer ecco il link al suo sito di genialità:
www.alicerosignoli.it

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