domenica 2 ottobre 2011

Una moderna Gita al Faro

Certe volte in famiglia, basta solo la presenza. E' quello che ho fatto io oggi, con il fratellino che diventa grande e si insedia all'università (leggi: appartamento in una nuova città, vivere da solo, farsi da mangiare). Insomma il mio ometto s'è fatto grande e se ne va al college italiano, pronto per gli anni migliori (o peggiori?).
E la sorellona sottoscritta che fa allora? Parte con madre, padre, fratello e valigie, mobili e cibo per la nuova casa: che sia mai che nella metropoli non ci siano supermercati. Ah, la bontà di mammà.

Io in coma, non riesco a fare altro che portare su e giù valige e pacchi. Dopo pranzo, con gli altri coinquilini e genitori si decide la cosa più ovvia da fare in una giornata di sole e caldo estivo il 2 ottobre:  ANDARE ALL'IKEA.
Credetemi, ho sempre amato quel posto, pieno di soluzioni per la casa, giochi e  cibo svedese(mamma mia le polpette con la marmellata ai mirtilli). Ma oggi, davvero mi è entrato in odio. Chiaramente con quel sole che c'era tutti hanno pensato: tò andiamo all'Ikea.
Dalla famiglia in cerca di mobili con bambini urlanti, alla coppia che si fa le vasche all'interno del negozio tanto per fare qualcosa. Mi faccio coraggio e mi dico: ok, siccome è un giro all'ikea posso cercare le cose per la casetta nuova.
Il punto è che non avevo considerato l'ansia da genitori il cui primo figlio va a vivere fuori: d'altronde faccio la snob ora che io ho superato quella fase. Dalla libreria, al letto non sapevo più da che parte girarmi. Dal perdere la madre, al perdere me stessa nella sezione Giochi per Bambini, ho dedotto che in realtà avere un materasso buono è di fondamentale importanza.

Buono a sapersi, quello mio e del valoroso uomo è il più economico sul mercato. D'altro canto però, l'orda di ragazzi con genitori fa venire tenerezza: è davvero bello come quest'ultimi si prendano ancora così cura di questi ragazzoni che se la menano da qui a Timbuctu senza nemmeno accorgersi che questo loro non arrangiarsi li declassa dal numero 1 al numero 100 della classifica: Diciottenne universitario che se ne va di casa. Però la dolcezza dei genitori, il loro modo di scegliere qualsiasi cosa per i figli al meglio li pone al primo posto nella classifica: Genitori che spronano i figli nell'andare via di casa. Però fino a un certo punto eh. Poi, se si arriva al punto che tua madre prova a vedere come stanno le cose nell'armadio esposto o pone domande imbarazzanti al commesso, forse è il caso di prendere in mano la situazione, o no Diciottenne Emancipato?

Ok ora basta con le polemiche, perchè in realtà adoro questo periodo dell'anno in cui l'università ricomincia e ci sono nuove matricole(che non sono più te), ci sono nuovi corsi e nuove persone che si presentano ai corsi  vietati a loro e che quando il professore alla lezione introduttiva lo ricorda li vedi come un branco di mucche alzarsi e uscire dall'aula tirandosela manco non fossero matricole.

Ok no dai, basta davvero.
Continuiamo il viaggio svedese. Passando dal reparto cucina fino al reparto piante è tutto normale, ma poi mi blocco lì e osservo queste strane creature colorate, accese, che mi ricordano l'Oriente, quei posti imprecisati che sono un misto di India, Bali, Indonesia, Vietnam e Cina. E' una collezione limitata, fatta in materiali naturali e  prevalentemente a mano che Ikea ha dedicato a un viaggio in Vietnam e India dove i designer hanno collaborato con artigiani locali imparando le loro tecniche e adattandoli alle necessità delle nostre case(si chiama Kryddstarkt).
Un cartello la definisce una collezione limitata speziata: vasi colarati in indaco, lapislazuli. Sgabelli e tavoli intrecciati con fili a contrasto con colori che ricordano anche l'Africa. Lanterne colorate di giallo, verde rosa acceso che richiamano i colori dei tessuti dei vestiti. Per non parlare dell'azzurro intenso.

Ceste essenziali, ma accese nel colorito. Sedie che richiamano le spezie principali di queste cucine: peproncino, cardamomo, cumino,  curry..



Inutile dirvi che mi sono innamorata. E più che implorare io la comitiva di velocizzarsi nella gita all'Ikea, hanno dovuto i ragazzotti Diciottenni trascinare via me di peso  (mettendomi pure dentro un carello). Per non parlare dei miei infiniti tentativi di portare sgabelli, lampade o ceste dalla madre dicendo una frase che mai alla mia età avrei dovuto dire:
"Mammaaaaaaaaaaa. Me lo compri? Dai dai dai, ti prego...."

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