mercoledì 4 gennaio 2012

Definizioni architettoniche sbagliate. E fatali.

Le mie capacità di orientamento sono famose. Ho ricevuto vari premi da piccola, quando facevo gli scout. Partivo non pensando alla strada, mi perdevo, ma poi, arrivavo alla meta. 
Purtroppo anche la mia (in)capacità nello spiegare, è molto famosa.
E ovviamente, manco a dirlo, è il povero valoroso uomo a farne le spese. Un bel giorno, infatti, mi chiama:
"Dove sei, oh mia bella?"
"In Rue Libergèn!" 
"E dov'è sta Rue Dibergèn?Sono dietro casa." risponde il disorientato.
"Massi dai, è lì!Fai le due rotonde, giri a sinistra, passi le case dei ferrovieri e ci sei. Sarò lì sulla strada, così mi vedi!" Questo è quello che ho spiegato, a detta del valoroso uomo.  
Questo invece, è quello che penso di aver detto io:
"Prendi Rue de Chartres, alla prima rotonda segui la strada principale fino ad incontrare la seconda rotonda dove svolti a sinistra. Andando dritto, ti trovi davanti Rue Libergèn dove a destra ci sono delle casette piccole piccole, tutte uguali. Sarò lì sulla strada, ad aspettarti."

Mezzora dopo, non era ancora arrivato: a detta sua, grazie alle mie inutili spiegazioni che lo riportavano sempre allo stesso punto. Immaginatevelo in macchina mentre guida nel traffico straniero. Quando è arrivato alla meta, non era più lo stesso. 
Due giorni dopo, mi si presenta con un paio di orecchini come questi.



Incisa sopra c'è la strada che porta a Rue Libergèn. Me li sono infilati e il valoroso uomo mi ha obbligato a fare una promessa. Ogni volta che dovrò farmi venire a prendere in Rue Libergèn, dovrò toglierli e descrivergli la strada minuziosamente. Perchè ovviamente, lui manco se l'è imparata la strada, dopo aver vagato un'ora.






Nel sito trovate anche medaglioni, piatti e gemelli, con la carta topografica del luogo che volete:

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