lunedì 5 marzo 2012

Mood Gitano

"Gitiamo?"
A voi magari questa parola sembrerà una nuova dichiarazione d'amore. Ma per me significa quanto la mia capacità di parlare italiano correttamente sia direttamente proporzionale ai miei tentativi di imparare la lingua autoctona. Sicchè, vedete voi come leggerla. Ma io intendevo chiedere al valoroso uomo di fare una scampagnata fuori città.
Detto, fatto.

Chi non passa il weekend a farsi attraversate transeuropee in macchina? Chiaramente noi non potevamo non seguire questa nuova tendenza, ovvero prendere e attraversare l'Europa da una parte all'altra. Ecco perchè, scusatemi se è poco, ci siamo sentiti alquanto gitani negli ultimi giorni. Non solo per il nomadismo, ma anche nel modo di vestire: il valoroso uomo gira con barba incolta e cappello. Gingilli vari sono attaccati alla macchina e alle sue braccia, per non parlare del suo potente tatuaggio, il quale per lui ha poteri mistici.
Due strisce su un braccio possono avere grandi poteri, in particolare farti sbagliare strada.

Non è l'unico ad essere entrato nel mood gitano. Per quanto mi riguarda, giro con gonnellone e borsone, al mio collo il fedele Wilson. Ma come ogni nuovo gitano che si rispetti (devo ammettere che siamo l'evoluzione dei così antiquati radical chic), non potevamo aggirarci per l'Europa senza decretare di andare a visitare una meta supercool non ancora scoperta, e molto, molto interessante dal punto di vista culturale.

E fu così, che Carlà, il nostro amato navigatore satellitare (così amato che l'ho chiamato come la moglie del presidente francese, che davvero, senza ironia, trovo odiosa.) ci portò nelle lande semisconosciute che si incrociano tra Francia, Germania e Svizzera. A vedere cosa direte voi. Assolutamente niente, ha deciso Carlà, visto che ci ha portato in una strada chiusa.
Ma noi gitani, che siamo l'evoluzione dei radical chic siamo anche un po' scout dentro di noi, gira e rigira, tenta di parlare 20 lingue sconosciute in una, ed ecco che arriviamo a Weil am Rhein. Paese che, è segnalato tipo su google maps solo se fai una risoluzione molto ravvicinata, ovvero un buco. Sconfini e sei in Svizzera. Ti giri e sei in Francia.
Fatto sta che qui, si trova la fabbrica della Vitra. Ovvero?

Vitra è un marchio che produce moltissimi oggetti di design che molto spesso, le persone non riconoscono. Producono le sedie che io amo, le poltrone che si ritrovano nelle pubblicità o nei film e  qui in particolare hanno realizzato un parco culturale, con la zona espositiva (una sorta di Ikea poco economico ma molto, molto cool), un museo-galleria d'arte, una zona convegni, una stazione dei vigili dle fuoco (sia mai che la fabbrica vada in fumo), il tutto realizzato da sei grandi architetti come Tadao Ando, Zaha Hadid e Frank Ghery. Qui producono la mia sedia preferita, su cui ovviamente sono rimasta mezzora seduta. Non prima di aver silurato il ragazzetto che ci si dondolava sopra tentando di romperla in due. Qui, il valoroso uomo si è innamorato del design.

Sarà pur vero, che noi abbiamo delle belle città in Italia, che il clima è fantastico. Ma qui clima gelido e lande sperdute, sono compensate da una parco culturale con i fiocchi, con visite guidate annesse, atelier di costruzione aperti al  pubblico e il mio nuovo Bookshop di fiducia. Da brava gitana evoluta dal radical chic (giammai i radical chic...brr) ci ho speso metà dei miei risparmi. Per due nastri di carta colorati e il catalogo.
Che volete farci, noi gitani abbiamo un modo di vivere molto rilassato. Sarà colpa degli sbalzi longitudinali dati dall'attraversamento dell'Europa?
Ai posteri l'ardua sentenza. Per ora i gingilli mistici mi piacciono.

www.design-museum.de

www.masking-tape.jp
















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