lunedì 13 maggio 2013

La cubicol-cucina internazionale

Il piu' grande trauma di vivere all'estero e' che non riesci mai a mangiare decentemente.
Questo e' il pensiero principale che viene in mente all'italiano medio, ovvero a me.
Ma in realta' e' una frase un po' falsa.

Ho fatto poche e diverse esperienze all'estero per notare diverse cose, prima fra tutti come solo noi italiani abbiamo schemi ben fissi anche in cucina.
La pasta e' la pasta, la carne e' la carne. E nessuno ci verra' mai a dire che le due possono essere mangiate assieme a meno che non si parli della pasta al ragu' della nonna.
La famosa bolognese che nessun straniero riesce a dire. Cioe' hanno proprio un blocco della lingua e sillabe come gli, gle, gnu, gnu e via discorrendo vengono pronunciate come g-le, g-li, g-ne, g-nu. 
Poi possiamo anche parlare del loro modo di non poter pronunciare le doppie.

Immaginatevi questa conversazione in francese o inglese o altra lingua:
-Cosa hai mangiato oggi a pranzo?
-Ho mangiato PENE a la rabiata.

Ecco. Sta tutto in questa frase il dolore che provo.
Posso sembrare un tantino cattiva, ma quando ti dichiarano guerra, non puoi far nulla se non controbattere.
Parlavo francese da un giorno e ho chiesto un succo d'albicocca al barista.
Lui mi ha guardata, ha sbuffato, mi ha corretto la pronuncia e se ne e' andato ridendo.

Ora, PARLIAMONE.

Io sono rimasta sconvolta, pero' visto che con quelli (i cugini d'oltralpe) ci lavoro, ho perso ogni speranza.
Al di la' del fatto di essere sfottuta (va beh invece di dire scala ho detto escaloppe, che e' la scaloppina ma giuro mi E' SFUGGITO) al lavoro penso sempre a come sarebbero loro con l'italiano se venissero a casa nostra a lavorare.
No perche', loro ci provano anche secondo me, credono sia facile.
Aldila' di PENE A LA RABBIATA, la mia parola preferita e' ARIBREDERCI.

CHIARO, cristallino.
Va beh, facciamo la signora e apprezziamo il tentativo.
Poi pero' non potete pretendere che vi prenda sul serio quando mi dite che per cena vi mangiate una bella bistecca al sangue con un contorno di pasta.
No aspetta...hai detto pasta?
Quella stessa pasta...che mi mettete sulla pizza?

Il vomito, il disgusto.
Grazie a dio e' una tradizione che si trova solo nelle case dei piu' squilibrati d'Europa (magari fossero solo studenti) e mai fino ad adesso, ho trovato questa accoppiata al ristorante.
Perche' parliamone, in fatto di mangiare fuori a me e al valoroso, non ci batte nessuno.
Siamo si buongustai, ma il problema e' un altro.
Cio' che ci spinge a mangiare fuori ogni qualvolta che ci viene voglia non e' tanto la curiosita' di provare nuovi ristoranti, no. E ' la curiosita' di vedere la nostra cucina una volta tanto che rimane in ordine.
Non che io non ci provi. 
Ma ogni volta la cucina si trasforma in un mostro ingloba tutto.
Immaginatevi che anche solo per fare una pasta, nella mia cubicol-cucina, dobbiamo appoggiare le cose in bilico sul lavabo, e sperare che non cada nulla.

Gratuggiamo il formaggio, e l'unico posto in cui non cade e' nel piatto.
Finisce che il tavolo e' una distesa di neve al sapore di formaggio.
E poi, finito il tutto, bisogna lavare.
E qui scatta la guerra col valoroso uomo che odia, nel profondo lavare.
Dopo anni di studentato passati a lavare non e' che io ne abbia voglia.
Quindi ci riduciamo a usare il minimo indispensabile e in cucina a parere mio non e' il massimo (soprattutto se ti piace cucinare). Un'amica sconvolta dal fatto che ho un robot per montare a neve le uova mi fa:
"Ma questo monta a neve le uova, ti immagini cosa puoi fare?"

Cosa volete che ci faccia io?
Nulla, e' mia madre che me lo ha donato. Ma mia madre e la mia amica, e l'altra mia amica e quell'ancora che si e' appena trasferita, hanno tutte una cosa in comune: la LAVASTOVIGLIE.

E io no. A meno che non contiamo le mie mani come lavastoviglie.
Dunque la pigrizia avanza, il cubicol-cucina tenta di rimanere in ordine e io spero nel regalo inaspettato. Una lavatrice che come il TARDIS del Doctor Who, c'e' quando ne ho bisogno, e' piccola piccola ma dentro e' immensa.
Oppure tipo qualcosa come un buco infinito dove posso buttare via i miei piatti sporchi e lui me ne rida' di nuovi tutti ben puliti.

No aspetta, ma quella e' sempre una e comunque una LAVASTOVIGLIE.


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